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lunedì 11 settembre 2023

La concimazione pre-semina del grano: nuove tecnologie per una nuova agricoltura

Cereali di qualità con un minor impatto ambientale grazie a Super Cereali NP 7-16

La nuova strategia Farm to Fork e la riduzione dei fertilizzanti

L’agricoltura è una delle attività umane che ha maggiori effetti sull’ambiente, in termini di consumo di risorse, emissione di gas serra e inquinamento dei suoli e delle acque. Per questo motivo, la Comunità Europea ha lanciato la strategia Farm to fork, che mira a rendere il sistema alimentare più sostenibile e resiliente. Tra gli obiettivi della strategia, c’è quello di ridurre del 20% l’uso dei fertilizzanti nelle colture entro il 2030. A questo si aggiunge la normativa sui nitrati, che impone di limitare l’applicazione di azoto nelle aree vulnerabili, per prevenire l’eutrofizzazione delle acque superficiali e sotterranee.

Queste misure rappresentano una sfida per gli agricoltori, che devono garantire una elevata produttività e qualità dei cereali con meno apporto di azoto e fosforo. Questi due elementi sono infatti essenziali per la crescita e lo sviluppo delle piante, ma sono anche quelli che hanno maggiori rischi di perdita nel terreno, con conseguenze negative sull’ambiente e sulla redditività delle colture.

Per affrontare questa sfida, è necessario utilizzare concimi che siano in grado di proteggere e rilasciare gradualmente i nutrienti nel terreno, evitando le perdite dovute a fenomeni di volatilizzazione, retrogradazione o dilavamento. Infatti, i concimi chimici tradizionali, a base di fosfato biammonico, hanno una solubilità elevata e una reazione neutra, che li rende vulnerabili alle condizioni del suolo e del clima. Si stima che fino al 60% delle unità fertilizzanti apportate con questi concimi venga perso prima di essere assorbito dalle piante.

I fabbisogni delle piante di cereale dopo la semina

La pianta ha bisogno di nutrienti per crescere e svilupparsi in modo ottimale. I nutrienti più importanti per la pianta sono l’azoto e il fosforo, che intervengono in diversi processi vitali, come la sintesi delle proteine, degli acidi nucleici e degli zuccheri. L’azoto e il fosforo sono anche i nutrienti che hanno maggiori rischi di perdita nel terreno, a causa di fenomeni di volatilizzazione, retrogradazione o dilavamento. Per questo motivo, è necessario utilizzare concimi che siano in grado di proteggere e rilasciare gradualmente i nutrienti nel terreno, in modo da garantire una nutrizione prolungata e bilanciata dei cereali.

La pianta inizia ad assorbire i nutrienti dal terreno solo quando le due foglie cotiledoni emergono dal suolo, cosa che avviene circa 20 giorni dopo la semina. Fino a quel momento, la pianta trova il suo nutrimento esclusivamente nel seme. Questo significa che il concime deve essere in grado di mantenere le unità fertilizzanti disponibili per la pianta durante questo periodo, senza che vengano sprecate o degradate.

Il suolo, però, non è un ambiente ideale per la conservazione dei nutrienti. Infatti, il pH, la temperatura, l’umidità, la salinità e la presenza di altri elementi possono influenzare la solubilità e la mobilità dei nutrienti. Ad esempio, l’azoto ammoniacale tende a trasformarsi in ammoniaca gassosa in ambiente basico e a disperdersi nell’aria se non viene prontamente assorbito dalla pianta. Il fosforo, invece, tende a insolubilizzarsi in presenza di suoli alcalini o calcarei, formando composti inaccessibili alle piante.

Per evitare questi problemi, è necessario utilizzare concimi che abbiano una reazione acida, che possa contrastare l’alcalinità del suolo e favorire la solubilizzazione dei nutrienti. Inoltre, è necessario utilizzare concimi che abbiano una strategia di lento rilascio, che possa far sì che le unità fertilizzanti siano cedute al terreno in modo graduale e coordinato con le necessità delle piante. Questo si può ottenere grazie alla presenza di una matrice organica legata chimicamente alla parte minerale del concime, che si solubilizza solo grazie all’azione dei batteri della rizosfera.

La tecnologia Fertben

Per questo motivo, Fertben, leader nel settore dei concimi per semina per i cereali, ha sviluppato la linea Super, che comprende il prodotto Super Cereali NP 7-16. Si tratta di un concime organo-minerale granulare complesso, con una reazione acida (pH 4) e una matrice organica (20%) legata chimicamente alla parte minerale. Questa formula innovativa consente di proteggere le unità fertilizzanti dall’insolubilizzazione e dalla volatilizzazione, e di rilasciarle in modo controllato nel tempo, grazie all’azione dei batteri della rizosfera. In questo modo, il concime garantisce una nutrizione prolungata e bilanciata dei cereali, fino a 90 giorni dalla somministrazione.

La zeolite naturale, inoltre, ha la capacità di trattenere acqua e sali minerali nel terreno e di rilasciarli in caso di siccità o scarsità di risorse. La zeolite agisce quindi come una riserva idrica e nutrizionale per le piante, migliorando la loro resistenza agli stress.

Grazie a queste tecnologie, Super Cereali NP 7-16 permette di ridurre l’apporto di azoto e fosforo nelle colture fino al 60%, mantenendo tuttavia gli stessi o migliori risultati da un punto di vista agronomico.

Concimi attivati con batteri utili per la pianta

Ma non è tutto. Fertben ha sviluppato anche una tecnologia innovativa che permette di ricoprire i granuli di concimi minerali e organo-minerali con batteri della rizosfera. Questi batteri sono stati prelevati e sequenziati da diversi suoli italiani, in collaborazione con vari laboratori nazionali, e sono capaci di resistere alle condizioni climatiche della penisola. Una volta distribuito il concime nel suolo, le spore di questi batteri si attivano e vanno a migliorare le performance del concime.

I batteri utilizzati da Fertben sono di tre tipi:

  • batteri azotofissatori, che fissano l’azoto dall’atmosfera per un periodo di quattro mesi, riducendo il fabbisogno di fertilizzazione azotata;
  • batteri solubilizzatori del fosforo, che secernono acidi organici capaci di solubilizzare il fosforo bloccato nei terreni italiani e di renderlo disponibile per le piante, aumentando l’efficienza del fertilizzante fosfatico;
  • batteri della rizosfera, che secernono sostanze utili per la pianta, come gibberelline, vitamine e acidi organici, che aiutano la pianta nei periodi di maggiore stress, migliorando la qualità delle produzioni.

Grazie all’azione di questi batteri, siamo in grado di moltiplicare l’efficienza del concime riducendo le unità portate. Grazie a questa soluzione, siamo in grado di migliorare le rese dell’agricoltura rispettando l’ambiente e migliorando il suolo.